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Jurisprudence of the Apostolic Signatura in contentious-administrative cases
 
 

Supreme Tribunal of the Apostolic Signatura
Sententia definitiva of 04.05.1996, Prot. N. 24388/93 CA


Petitioner X et Y
Respondent Congregatio pro Clericis
Object Reductionis ecclesiae in usum profanum
coram Agustoni
Publication W.L. Daniel, Ministerium Iustitiae, 514-528
IE 10 (1998) 196-203
Forum 7 (1996) 359-371
IDE 108 (1997) II, 3-7
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Translations angl., W.L. Daniel, Ministerium Iustitiae, 514-528
angl., Digest XIV, 1101-1109
angl., Forum 7 (1996) 359-371
it., G. Parise, La giurisprudenza, 377-384
Content Non constare de violatione legis in decernendo.
Sources 
?
Legenda
 
Canons of the Code 1983
All the canons that are found in the in iure and in the in facto part of the decisions are reported in the sources.
The canons that constitute the main object of the decision or on which the decision sets out a principle of interpretation are reported in bold.
The canons of the 1983 Code are shown in italics:
- if they do not appear in the text of the decision but if the decision deals with them;
- if they correspond to canons of the 1917 Code, of which the decision (prior to 1983) deals.

Other sources
All the sources that are found in the in iure and in the in facto part of the decisions are reported.
CIC cann. 1222 § 1; 1222 § 2
Legal Summary
1. Deficiente nota evidentiae, Signaturae Apostolicae Congressus nequit reicere recursum (in casu agebatur de haud manifesta causa gravi de qua in can. 1222, § 2).
1. Se manca l’evidenza, il Congresso della Segnatura Apostolica non può rigettare il ricorso (nel caso si trattava della non manifesta grave causa di cui al can. 1222, § 2).
2. In processu contentioso administrativo viam ad solvendum dubium pandit principium quo reguntur controveriae contentiosae, etiam administrativa via definiendae, scilicet: «onus probandi incumbit ei qui asserit» (can. 1526, § 1).
2. Nel processo contenzioso amministrativo apre la strada alla soluzione del dubbio il principio che regge le controversie contenziose, anche quelle da risolvere per la via amministrativa, ossia: «L’onere di fornire le prove tocca a chi asserisce» (can. 1526, § 1).
3. Littera legis (cf. can. 1222) confirmat facultatem Episcopi dioecesani reducendi ecclesias ad usum profanum non sordidum; inde usus legitimus facultatis pendet a gravitate causarum ob quas ad reductionem deveniendum est. Causae ergo a lege requiruntur graves, nec gravissimae: excluduntur igitur nugae vel causae quae suapte natura graves haberi nequeunt, dum e contra gravitas causae, etsi apparenter levi innititur fundamento, diversimode aestimari potest si diligenter considerentur circumstantiae vel loci, vel rei oeeonomicae vel personarum, quae Episcopo dioecesano apprime innotescunt: re quidem vera quaestio est facti.
3. Il testo di legge (cf. can. 1222) conferma la facoltà del Vescovo diocesano di ridurre le chiese ad uso profano non sordido; quindi l’uso legittimo di questa facoltà dipende dalla gravità delle cause per le quali si addiviene alla riduzione. Le cause quindi richieste dalla legge sono gravi, non gravissime: si escludono perciò le cause frivole o le cause che per loro natura non possono considerarsi gravi, mentre al contrario la gravità della causa, anche se apparentemente basata su un fondamento lieve, può essere stimata in modo diverso se si considerano diligentemente le circostanze di luogo o di carattere economico o di persone, circostanze che sono conosciute innanzitutto dal Vescovo diocesano: in realtà la vera questione è per l’appunto di fatto.
4. Gravis causa de qua in can. 1222, § 2 naturae oeconomicae esse potest (in casu conservatio trium ecclesiarum intolerabile onus oeconomicum novae paroeciae imponeret; nam nova paroecia inde ab erectione ingenti aere alieno gravatur; hinc venditio harum ecclesiarum confestim efficax subsidium necessitatibus urgentioribus
novae paroeciae praestat, quod secus prorsus deficeret).
4. La grave causa di cui al can. 1222, § 2 può essere di natura economica (nel caso la conservazione di tre chiese imporrebbe alla nuova parrocchia un intollerabile onere economico; la nuova parrocchia infatti fin dalla sua erezione è gravata da un ingente debito; la vendita di queste chiese conferisce da subito un efficace aiuto alle più urgenti necessità della nuova parrocchia, che in caso contrario né più né meno soccomberebbe).
Comments C. Gullo, «Brevi note sulla gravità della “causa” necessaria per ridurre la chiesa ad uso profano», IDE 108 (1997) II, 7-11

Author of the legal summary (in Latin) and of the Italian version: © G. Paolo Montini