University Faculty
of Canon Law
www.iuscangreg.itCIC1983CCEOLaw of the Latin ChurchOriental lawParticular LawProper law / statutesSources of past lawJurisprudence STSAInternational TreatiesWebsitesLiteraturePeriodica de re canonicaCanon Law BibliographySearch enginesLinklistSitemapProfessorsFamous professors from the 20th century
Jurisprudence of the Apostolic Signatura in contentious-administrative cases
 
 

Supreme Tribunal of the Apostolic Signatura
Decretum definitivum of 14.03.2009, Prot. N. 39682/07 CA


Petitioner Rev.dus X
Respondent Congregatio pro Clericis
Object Amotionis a paroecia
coram Erdő
Content Decretum Congressus non est reformandum, et ad mentem
Notes Cf. L’attività della Santa Sede 2009, 598
Sources 
?
Legenda
 
Canons of the Code 1983
All the canons that are found in the in iure and in the in facto part of the decisions are reported in the sources.
The canons that constitute the main object of the decision or on which the decision sets out a principle of interpretation are reported in bold.
The canons of the 1983 Code are shown in italics:
- if they do not appear in the text of the decision but if the decision deals with them;
- if they correspond to canons of the 1917 Code, of which the decision (prior to 1983) deals.

Other sources
All the sources that are found in the in iure and in the in facto part of the decisions are reported.
CIC cann. 51; 128; 1598 § 1; 1740; 1741; 1741, n. 3; 1745, n. 1; 1747 § 3
PB art. 123 § 2
Legal Summary
1. Inspectio actorum de qua in can. 1745, n. 1 in domo privata nullam illegitimitatem importat eo plus si ipse recurrens inspectionem id genus haud recusaverit.
1. La lettura degli atti di cui al can. 1745, n. 1 in una abitazione privata non comporta alcuna illegittimità tanto più se lo stesso ricorrente non abbia ricusato una lettura di tale genere.
2. Acta quae ad normam can. 1745, n. 1 publicanda sunt ne ius defensionis violetur sunt acta quae ad amotionem probandam ab Auctoritate ecclesiastica adducuntur, necnon, ad normam can. 1598, § 1, acta quae parocho amovendo nondum nota sunt (in casu recurrens contendit nonnulla acta sibi in inspectione actorum subtracta fuisse).
2. Gli atti che a norma del can. 1745, n. 1 sono da pubblicare perché non sia violato il diritto di difesa sono gli atti che l’Autorità ecclesiastica adduce per provare la rimozione e quelli che a norma del can. 1598, § 1 non sono ancora noti al parroco da rimuovere (nel caso il ricorrente contende che alcuni atti gli sarebbero stati sottratti nella lettura).
3. Competens Curiae Romanae Dicasterium, recursum hierarchicum definiens, non tenetur suo decreto omnibus et singulis argumentis a recurrente adductis respondere; nam idem Dicasterium proprio iudicio determinat quid reapse est ad rem et quibus ex argumentis respondendum est suis in decretis, pro quibus summaria sufficit motivatio ad normam can. 51.
3. Il competente Dicastero della Curia Romana, definendo il ricorso gerarchico, non è tenuto nel suo decreto a rispondere a tutti e singoli gli argomenti addotti dal ricorrente; lo stesso Dicastero infatti determina con propria decisione che cosa realmente interessa e con quali argomenti debba rispondere nei suoi decreti, per i quali è sufficiente una motivazione sommaria a norma del can. 51.
4. Ratio amotionis de qua in can. 1741, n. 3 exstat si ex actis constat profunda divisio inter paroecianos. Quae divisio causa sufficiens habenda est etiamsi alterutra paroecianorum pars minor sit numero at sat qualificata, id est si in ea recensentur collaboratores in paroecia et membra consiliorum in paroecia exstantium.
4. Si dà la causa di rimozione di cui al can. 1741, n. 3 se dagli atti consta una profonda divisione tra i parrocchiani, che è causa sufficiente anche se una delle due parti è minore di numero, ma abbastanza qualificata, ossia in essa si contino i collaboratori della parrocchia e i membri dei consigli presenti in parrocchia.
5. Ratio divisionis inter paroecianos de qua in can. 1741, n. 3 par habenda est quidquid est sive de eius origine (utrum scilicet ex parocho an ex eius oppositoribus) sive de origine aversionis in parochum, ex qua divisio oritur (in casu recurrens contendit oppositores cuidam coetui adhaerere illorumque oppositionem ex errata aestimatione muneris hierarchiae in Ecclesia scatere).
5. La causa della divisione tra i parrocchiani di cui al can. 1741, n. 3 si deve considerare idonea qualsiasi sia e l’origine della medesima (ossia se dal parroco o dai suoi oppositori) e l’origine dell’avversione contro il parroco, dalla quale la divisione è sorta (nel caso il ricorrente contende che i suoi oppositori aderiscono ad un movimento e che la loro opposizione nasce da una errata concezione del ruolo della gerarchia nella Chiesa).
6. Episcopus, discretione qua ex can. 1740 (cf. verbum «potest») pollet, antequam proceduram ad parochum amovendum incipiat, investigare potest de recta fide (speciatim quoad Magisterium Ecclesiae) eorum qui parochum recusant.
6. Il Vescovo in base alla discrezionalità della quale in forza del 1740 (cf. la parola «può») gode, prima di incominciare la procedura per la rimozione di un parroco, può investigare sulla retta fede (soprattutto in relazione al Magistero della Chiesa) di coloro che rifiutano il parroco.
7. Non pertinet ad legitimitatem amotionis quod Episcopus novum parochum nominaverit, elapso quidem tempore ad recurrendum, sed inscio Episcopo de recursu interposito, quia recursus ipsi nondum notificatus fuerat.
7. Non appartiene alla legittimità della rimozione che il Vescovo abbia nominato un nuovo parroco dopo che per la verità era trascorso il tempo per ricorrere, ma ignaro del ricorso interposto perché il ricorso non gli era stato fino ad allora notificato.
8. Signaturae Apostolicae est videre de reparatione damnorum illegitimo amotionis actu illatorum, non autem a quacumque alia ex ratione illatorum; cum autem de illegitimitate amotionis a paroecia non constet, neque videndum est de petita reparatione damnorum (in casu recurrens reparationem petiit ob laesionem bonae famae).8. È della Segnatura Apostolica vedere della riparazione dei danni inferti dall’atto illegittimo, ma non di quelli inferti da qualunque altra causa; dal momento poi che non consti della illegittima rimozione dalla parrocchia, non deve neppure vedere della richiesta di riparazione dei danni (nel caso il ricorrente chiese la riparazione per la lesione della buona fama).

Author of the legal summary (in Latin) and of the Italian version: © G. Paolo Montini